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La nostra storiaSchöck: dal 1962 a oggi

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Eberhard Schöck non si perdeva in chiacchiere:
preferiva rimboccarsi le maniche e darsi da fare

Konrad Huber, ex caposquadra di Schöck
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Le origini

I primi anni ‘60 erano il momento ideale per fondare un’azienda. La Germania era nel pieno del miracolo economico e il mercato immobiliare era in rapida espansione. Nel 1965 Eberhard Schöck, ha definito quell’epoca come «alta congiuntura» per descrivere il boom economico.

VERSO L’EDILIZIA DEL FUTURO

Nel 1962, con la laurea di ingegneria in mano, Eberhard Schöck diede vita a una piccola impresa edile chiamata «Schöck Bautrupps» che, inizialmente, era specializzata nella costruzione di seminterrati per case prefabbricate. L’obiettivo del nostro fondatore era rivoluzionare l’edilizia.

Il 2 aprile del 1962, Eberhard Schöck inaugurava assieme a cinque muratori il primo cantiere nella cittadina tedesca di Zell am Harmersbach, nel Baden-Württemberg, in cui si stavano costruendo seminterrati per quattro case unifamiliari. Le prime squadre di operai lavoravano dal lunedì a venerdì, spesso di giorno e notte, pernottavano in un camper parcheggiato nel cantiere e venivano pagate a ore. Fu così che vennero soprannominati «gli irriducibili di Schöck».

1962 Anno di nascita dell’azienda
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DAL PRIMO MOMENTO PUNTAVA A MIGLIORARE L’EDILIZIA

La sua passione per l’edilizia nacque nel dopoguerra, quando aiutò i suoi genitori a costruire la propria casa. Aveva soli 15 anni, i suoi genitori avevano comprato un terreno a Nürtingen, vicino a Stoccarda, e avevano affidato l’incarico di costruzione a un’azienda edile. Eberhard Schöck si rimboccò subito le maniche, aiutando a scavare le fondamenta. Un lavoro duro, ma ricco di preziosi insegnamenti.

Il giovane era affascinato da come prende forma una casa, passo dopo passo, e scoprì così la sua vocazione: diventare ingegnere. Dopo la scuola media, svolse dapprima un apprendistato da muratore e poi si iscrisse a ingegneria a Stoccarda e Amburgo. È proprio grazie alle sue esperienze in cantiere e al suo studio che è potuto diventare un imprenditore che conosce in prima persona il settore in cui opera. Sin dal primo momento, Eberhard Schöck voleva costruire edifici migliori.

Una persona con i piedi per terra, sempre aperta a nuove idee, rispettosa degli altri: alla ricerca di innovazioni e spinto dalla sua creatività Eberhard Schöck ha costruito, pietra dopo pietra, un piccolo impero che oggigiorno porta il suo nome: il gruppo Schöck. Schöck comincia a crescere e si trasforma in un’azienda a vocazione internazionale le cui innovazioni sono caratterizzate dall’affidabilità di un ingegnere, dalla precisione di un operaio e dalla lungimiranza di un imprenditore.

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I traguardi

Schöck si rivela da subito un’azienda di grande successo. Eberhard Schöck sa come guidare la sua impresa nella giusta direzione, affiancato da sua moglie e dai suoi collaboratori. Con grande acume diversifica la posizione dell’azienda in diversi settori, per reagire con maggiore flessibilità a eventuali crisi.

DA AZIENDA LOCALE AL SUCCESSO INTERNAZIONALE

Quasi subito dopo la fondazione di «Schöck Bautrupps», l’azienda inizia ad espandersi, dapprima nella regione del Baden-Baden, e poi si trasferisce da Varnhalt a Steinbach. Dopo i primi progetti nel settore dei seminterrati per case prefabbricate, Schöck inizia a lavorare contemporaneamente alla fabbricazione industriale di finestre per seminterrati e bocche di lupo. In più, Schöck produce elementi in calcestruzzo e, verso la fine degli anni ‘70, entra a far parte della cooperativa dei costruttori.

La svolta arriva poco dopo, grazie al famoso Isokorb, l’elemento che è tutt’ora il bestseller dell’azienda. Con l’espansione dell’azienda vengono inaugurate nuove filiali vicino a Baden-Baden.

Nel 1977 segue l’apertura del deposito per le spedizioni in tutta la Germania. Due anni dopo, Schöck entra nel mercato austriaco e svizzero. Superata la crisi edile della fine degli anni ‘90, dal 2004 Schöck riparte alla volta dell’internazionalizzazione vera e propria. Oggigiorno, le soluzioni Schöck vengono commercializzate in 40 Paesi attraverso distributori e partner indipendenti.

1962
2 APRILE 1962

Con la fondazione dell’impresa «Schöck Bautrupps», nel 1962 l’ingegnere Erberhard Schöck getta le basi per il successo del gruppo aziendale.

1967
DA VARNHALT A STEINBACH

L’azienda cresce e ha urgente bisogno di spazio: è così che viene inaugurata l’attuale sede nell’area industriale di Steinbach.

1969
LE FINESTRE INPOR S 2000

Vengono lanciate sul mercato le finestre per seminterrati Inpor S 2000.

1972
LA BOCCA DI LUPO

Schöck presenta le prime bocche di lupo in poliestere rinforzato con fibra di vetro: si tratta delle prime finestre di questo genere in Europa.

1977
LA NASCITA DI SCHÖCK BAUTEILE GMBH

La società a responsabilità limitata Schöck Betonelemente GmbH viene ribattezzata: Schöck Bauteile GmbH. L’azienda diventa leader nel settore delle finestre per seminterrati e delle bocche di lupo

1979
L’ESPANSIONE IN GERMANIA

In tutta la Germania vengono aperti dei depositi per le spedizioni. Il deposito di Essen (Altenessen) viene poi riconvertito in uno stabilimento di produzione.

1979
AUSTRIA E SVIZZERA

Schöck Bauteile GmbH inizia a vendere i primi prodotti tramite le filiali estere aperte in Svizzera e Austria.

1983
IL LANCIO DEL PRIMO ISOKORB TIPO M

Nel 1979, Schöck sviluppa il suo bestseller, oggigiorno noto come Schöck Isokorb, che viene presentato quattro anni dopo. Schöck Isokorb è un elemento termoisolante e portante capace di ridurre i ponti termici negli elementi a sbalzo, quali p.es. i balconi.

1985
FRANCIA

In Francia viene fondata la Società SARL che si assume la vendita dei prodotti per seminterrati nelle regioni vicine al confine franco-tedesco.

1985
TRONSOLE

Con Tronsole, nel 1985 Schöck porta sul mercato un’altra innovazione: Tronsole è un elemento per l’acustica da calpestio che consente la realizzazione di un isolamento sicuro delle scale senza ponti acustici per un elevato comfort abitativo.

1992
LA FONDAZIONE ERBERHARD SCHÖCK

La fondazione Eberhard Schöck è un’istituzione privata senza scopo di lucro volta a sostenere l’artigianato soprattutto in Europa centrale e orientale. La promozione della lingua tedesca sia in Germania che all’estero è un’altra delle sue colonne portanti. La fondazione conferisce inoltre diversi premi e riconoscimenti.

1993
LA HOLDING

Fondazione della holding Schöck AG per assicurare la continuità dell’azienda. Eberhard Schöck si ritira dall’attività operativa.

1995
PAESI BASSI

Nel 1989 Schöck entra nel mercato dei Paesi Bassi con un partner della rete distributiva. Il lancio dei prodotti ha grande successo e nel 1995 viene fondata la filiale operante nei Paesi Bassi.

1997
PRESENTAZIONE DI COMBAR

Combar è una barra in fibra di vetro sviluppata da Schöck. Il composto tra le fibre di vetro e la resina la rende perfetta come armatura resistente alla corrosione.

2001
UNGHERIA

Schöck si espande in Ungheria. Allo stesso tempo intraprende una nuova strategia aziendale che la porta a cedere il portafoglio dei prodotti per seminterrati e concentrarsi sulle soluzioni per la riduzione dei ponti acustici e termici nonché sulla tecnica di armatura. Il binomio alla base della nuova strategia è costituito da innovazione e internazionalizzazione. E gli effetti positivi sulla crescita non tardano a farsi sentire.

2001
GRAN BRETAGNA

Schöck procede sulla strada dell’espansione e amplia la sua rete di distribuzione grazie alla fondazione di Schöck Ltd. in Gran Bretagna.

2007
POLONIA

In Polonia viene fondata una filiale dedicata all’espansione delle attività di distribuzione. Inoltre Schöck inaugura un altro stabilimento di produzione a Tychy.

2009
BELGIO

L’espansione in Belgio continua.

2009
ITALIA

Schöck consolida la rete di distribuzione in Italia concentrandosi sul nord del Paese.

2009
CANADA

L’apertura della filiale canadese consente a Schöck di rafforzare la sua rete di distribuzione internazionale e di sbarcare oltreoceano. Il passo successivo è l’ingresso nel mercato statunitense.

2009
EMIRATI ARABI UNITI

A Dubai vengono realizzati diversi progetti che prevedono l’utilizzo di Combar.

2011
RUSSIA

Schöck inaugura una filiale di distribuzione a Mosca con cui prosegue la sua espansione verso est e inizia così a rifornire i primi grandi cantieri.

2012
LA FONDAZIONE DELLA FAMIGLIA SCHÖCK (SFS)

La società a responsabilità limitata senza scopo di lucro viene fondata su iniziativa di Sabine Schöck. Il suo obiettivo consiste nel sostenere progetti di promozione dell’istruzione e della formazione professionale in India, Nepal e alcuni Paesi africani nonché progetti di sovvenzione e a scopo sociale nel Baden-Württemberg.

2016
L’INIZIATIVA «KLIMASCHUTZ- UNTERNEHMEN»

Schöck aderisce all’iniziativa nazionale della Germania «Klimaschutz Unternehmen» che coinvolge imprese di diversi settori a cui sta particolarmente a cuore la tutela del clima e che perseguono l’obiettivo di una rapida transizione verso la neutralità climatica.

2017
LO STABILIMENTO DI HALLE (SAALE)

Dopo dieci mesi di intensi lavori Schöck inaugura il nuovo stabilimento di Halle (Saale) nell’area commerciale Halle. Alla presenza di collaboratori, partner e rappresentanti del mondo della politica e dell’economia, il taglio del nastro all’ingresso dell’edificio, alto dieci metri e dotato di una superficie di 1.000 metri quadrati, ne suggella l’inaugurazione.

2018
ISOLINK

Schöck sviluppa Isolink®, un elemento termoisolante per l’ancoraggio di facciate ventilate a fissaggio puntuale privo di ponti termici. La soluzione è costituita da Combar e da un raccordo filettato in acciaio inox.

2018
LA «STAUFERMEDAILLE»

Eberhard Schöck viene insignito della «Staufermedaille» d’argento, un’importante onorificenza del Baden- Württemberg, per la sua imprenditorialità di successo, i suoi innumerevoli prodotti innovativi per il settore dell’edilizia e il suo impegno nel sociale e per la sostenibilità sia in Germania che in altri Paesi.

2020
LA «STAUFERMEDAILLE» ALLA SIGNORA SCHÖCK

Per il suo pluriennale e molteplice impegno in svariate attività di volontariato e a favore della comunità, nel 2020 Sabine Schöck viene insignita della «Staufermedaille» della regione del Baden-Württemberg.

2021
SCONNEX

Schöck sviluppa un prodotto innovativo capace di eliminare anche l’ultimo grande ponte termico degli edifici: Schöck Sconnex isola in modo diretto e duraturo pareti e pilastri in calcestruzzo armato. Il prodotto riduce i ponti termici e consente la realizzazione di uno strato isolante privo di interruzioni.

2022
Lutto per il fondatore dell'azienda Eberhard Schöck

Con profondo cordoglio, il 19. 01. 2022 diamo l’addio al fondatore della nostra azienda. Con lui perdiamo un imprenditore eccezionale e responsabile e un grande spirito d'invenzione.

2023
40 anni di Isokorb

Isokorb celebra il suo 40° anniversario nell'aprile 2023. Con la sua invenzione per ridurre al minimo i ponti termici sui componenti a sbalzo, Eberhard Schöck, fondatore di Schöck Bauteile GmbH, ha rivoluzionato il settore edile nel 1983.

2023
Inaugurazione sito di produzione USA

Il 15 marzo Schöck inaugura il suo primo stabilimento di produzione al di fuori dell'Europa. Lo stabilimento numero 7 a Bordentown, New Jersey.

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La nostra filosofia

Ciò che contraddistingue Schöck è, in prima linea, l’attenzione rivolta alle persone, che si tratti di collaboratori, clienti o partner commerciali. È proprio così che nasce una cultura dell’innovazione dinamica i cui frutti vanno a vantaggio anche della fondazione. 

LE PERSONE PRIMA DI TUTTO

ECCOME COME ROBIN SCHÖCK, FIGLIO DELL’IMPRENDITORE EBERHARD SCHÖCK, DESCRIVE LA FILOSOFIA DI SUO PADRE

»Le persone prima di tutto: questo è sempre stato il fondamento dello spirito imprenditoriale di nostro padre, Eberhard Schöck. In primo luogo, le persone sono tutto il personale, collaboratrici e collaboratori, che meritano un posto di lavoro in cui possano operare in modo indipendente e responsabile. Il senso di gratificazione del personale si traduce automaticamente in un ambiente di lavoro in cui è piacevole collaborare e lavorare a prodotti fantastici, di elevata qualità, che rendono soddisfatti anche i clienti. Per riuscirci è indispensabile adottare un atteggiamento liberale, privo di favoritismi e orientato alla meritocrazia. È per questo che per Schöck non contano età, colore della pelle, genere, religione e provenienza. Prima di tutto vengono le persone. Questo principio è profondamente radicato anche in noi, figli del fondatore. Ed è nostro compito custodirlo, promuoverlo e coltivarlo in azienda e in entrambe le fondazioni«

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MARGARETA DROLL
Ex impiegata commerciale per lungo tempo

Per me è ancor oggi il capo ideale. Nonostante avesse messo la sua vita al servizio della sua azienda, era sempre comprensivo nei confronti di tutti i dipendenti. Aveva sempre tempo per noi. Anche e, forse soprattutto, quando si trattava di questioni private. Potevamo andare a parlargli in qualsiasi momento. Ogni tanto ci scappava anche un errore, ma il nostro capo era sempre comprensivo.

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L’Ing. Martin Fenchel lavora per Schöck come Ingegnere R&D dal settembre 2011.

Sig. Fenchel, come ha scoperto Schöck?

MARTIN FENCHEL: Schöck era un’azienda nota anche al KIT, il Karlsruhe Institute of Technology, non solo per la sua buona fama, ma anche perché aveva istituito il premio «Schöck Bau-Innovationspreis». Inoltre, avevo avuto modo di conoscere l’azienda nell’ambito di un’escursione con i nostri studenti.

Che idea si era fatto di Schöck prima di entrare in azienda?

MARTIN FENCHEL: Era un ambiente lavorativo chiaramente diverso, visto che io provenivo dal settore delle tecnologie dei materiali ed ero stato per anni docente. Tuttavia, l’azienda era molto conosciuta tra di noi, anche perché tre dei miei colleghi erano passati a lavorare per Schöck. Per me è sempre stata un’azienda molto innovativa.

All’inizio della sua carriera in azienda ha lavorato a anche a contatto con il Sig. Schöck?

MARTIN FENCHEL: No, a dire il vero no. Quando ho cominciato a lavorare per Schöck, si era già ritirato da ben 20 anni. Ogni tanto lo si vedeva passare per i reparti. L’ho sempre visto come una persona piacevole, gentile, capace di ascoltare, insomma era perspicace.

In che senso?

MARTIN FENCHEL: Beh, era molto attento, si vedeva che sapeva il fatto suo ed era anche abbastanza diretto. All’inizio della mia carriera nel reparto sviluppo, durante una delle sue visite, parlando dello sviluppo di Isokorb e Tronsole disse: «Ah, anche voi ogni tanto potreste sviluppare qualche novità.» - Ride. Questo suo commento ci lasciò di stucco e non potemmo non riflettere sul fatto che alla fine lui era un tuttofare, un inventore dalle mille idee, non tutte andate a buon fine, perché al mercato non erano piaciute.

Crede che l’innovazione sia nel DNA di Schöck?

MARTIN FENCHEL: Sì, direi proprio di sì. Soprattutto rispetto ad altre aziende. Noi abbiamo semplicemente i giusti requisiti. Credo che sia soprattutto merito del Sig. Schöck che, nel corso degli anni, ha guidato l’azienda in questa direzione strategica incentrata proprio sull’innovazione.

Com’è cambiata l’azienda nel corso degli anni?

MARTIN FENCHEL: In primo luogo si è evoluta ed è cresciuta a livello internazionale. Dieci anni fa, quando fui assunto, eravamo in 450 dipendenti. Oggigiorno siamo 1.100. Si tratta di una crescita incredibile. L’atmosfera sul posto di lavoro è però rimasta piacevole, molto familiare e il motto «Noi siamo la Schöck» non è una frase retorica. Complessivamente si può dire che Schöck è caratterizzata da una straordinaria apertura nei confronti di nuove idee. E lo si vede anche dal numero di brevetti che aumentano di anno in anno. Il nostro lavoro consiste soprattutto nell’essere più veloci rispetto all’intero settore edile, riconoscere le tendenze e lanciare prodotti nuovi, non ancora richiesti dal mercato. Nella mia area di responsabilità rientra l’organizzazione dei brevetti e credo di conoscere abbastanza bene il mercato. Degno di nota è anche il comitato direttivo per l’innovazione. Inoltre, abbiamo implementato un cosiddetto processo di miglioramento continuo a cui ogni collaboratore può contribuire apportando idee e proposte di ottimizzazione. Ogni volta che una proposta viene attuata, si percepisce un premio pari al dieci percento del risparmio ottenuto nel primo anno, cosa che a volte equivale anche a qualche migliaia di euro. In questo senso Schöck è un’azienda molto moderna. Per Schöck, più che il risultato conta il tentativo: bisogna sempre provarci! Ed è un’idea che mi è sempre piaciuta.

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Dieter Binz, dapprima ex capocantiere e successivamente responsabile della produzione.

Dieter Binz è uno dei primissimi dipendenti Schöck. Era il 6 maggio 1963 quando inizia il suo lavoro nell’azienda insieme ad altri quattro colleghi della «squadra degli intonacatori». Successivamente svolge un apprendistato da Schöck.

Sig. Binz, lei è uno dei primissimi dipendenti Schöck. Ci racconti della sua esperienza nei primi cantieri.

DIETER BINZ: Sì, effettivamente sono uno dei primissimi dipendenti. Nei primi cantieri, dove lavoravo nella «squadra degli intonacatori», ci occupavamo dei seminterrati. Tempo dopo divenni capocantiere: all’epoca dovevamo costruire un bungalow a Karlsruhe e un condominio ad Heidelberg. Il lavoro era stancante, ma interessante. Dormivamo in cantiere, in un camper, di modo da essere più veloci della concorrenza. Lavoravamo davvero tanto, a volte anche di notte. Ma eravamo in ottima forma e quindi non ne risentivamo. Quando tornavamo a casa per il weekend, ci si incontrava al bar il venerdì sera con altri capisquadra e capicantiere per inaugurare insieme l’inizio del fine settimana. Eravamo come una grande famiglia.

Come mai eravate così caparbi?

DIETER BINZ: Beh, eravamo giovani e avevamo bisogno di soldi. Haha. No, chiaramente in questo modo riuscivamo a guadagnare di più perché venivamo pagati ad ore. Grazie al nostro impegno iniziarono a soprannominarci gli «Irriducibili di Schöck». Perlopiù lavoravamo con dei blocchi particolari, grandi e di pomice, vuoti all’interno che si sovrappongono uno sull’altro e infine, a seconda dell’esigenza, vengono ricoperti con un getto di calcestruzzo oppure gli si aggiungono degli elementi in acciaio.

Eberhard Schöck ha mai lavorato con voi in cantiere?

DIETER BINZ: Certamente. Lui organizzava e dirigeva i lavori. Con lui si poteva parlare di tutto. La signora Schöck, inizialmente, si occupava del bucato e di quanto fosse necessario nel camper e ci distribuiva il salario ogni settimana.

In pratica erano un duo. Per quanto tempo sono andati avanti così?

DIETER BINZ: Fino agli anni ‘70. Poi Manfred Dierichs è passato alla guida dell’azienda di costruzione, mentre Eberhard Schöck ha continuato a dedicarsi alle sue invenzioni. In questo modo aveva tutto il tempo di intraprendere diversi tentativi per semplificare il processo edilizio con gli elementi prefabbricati in calcestruzzo come p. es. finestre con serranda e parapetto.

LA FONDAZIONE EBERHARD SCHÖCK
L’ISTRUZIONE COME MOTORE

Per raggiungere qualsiasi obiettivo non basta la mera forza di volontà: servono i fatti. E di fatti l’imprenditore Eberhard Schöck ne ha dimostrati tanti in tutta la sua impresa.

Verso la fine del 1992 Eberhard Schöck diede vita a una fondazione per la promozione del dialogo tra culture e popoli in tutta Europa e la formazione professionale dei giovani. Esemplare è la modernizzazione della formazione, su modello occidentale, in Russia, Ucraina, nella Repubblica di Moldavia e in Georgia, Paesi in cui è enorme la richiesta di esperti con alle spalle una solida formazione, ma dove le possibilità di formazione professionale sono di solito obsolete e poco pratiche. La cooperazione con partner locali ha reso possibile l’aggiornamento dei programmi di formazione, l’addestramento dei formatori e la ristrutturazione di aule e officine, tutte misure necessarie per il successo dei progetti.

 

IL FUTURO GRAZIE ALL’ISTRUZIONE 
LA FONDAZIONE FAMIGLIA SCHÖCK

La fondazione Famiglia Schöck, una società a responsabilità limitata senza scopo di lucro, nasce nel 2012 su iniziativa di Sabine Schöck. Con la fondazione, la famiglia Schöck sostiene progetti per la promozione di istruzione e formazione professionale in India, Nepal e alcuni Paesi africani nonché progetti di sovvenzione e a scopo sociale nel Baden-Württemberg.

Principalmente mira a sostenere associazioni e altre fondazioni già esistenti e offrire supporto per lo sviluppo e la realizzazione di diversi progetti. Per la famiglia Schöck è fondamentale offrire alle persone meno privilegiate la possibilità di vivere una vita piena e appagante offrendo un supporto individuale, una buona istruzione e formazione professionale.

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Le persone

Per Schöck le persone vengono prima di tutto. Ed è sempre stato così!

PER SCHÖCK le persone, siano esse collaboratori o clienti, vengono prima di tutto. «Senza collaboratori in gamba non si va da nessuna parte», queste le parole di Eberhard Schöck. Schöck ripone enorme importanza nello sviluppo personale e nella sicurezza dei suoi impiegati. I valori e la filosofia aziendale sono strumento di coesione: è grazie ad essi che la maggior parte degli impiegati resta per anni fedele all’azienda, se non addirittura fino al pensionamento. La filosofia di Schöck raccoglie infatti ciò che semina: rispetto, gratitudine e parole d’affetto da parte dei suoi collaboratori.

IN QUALITÀ DI LEADER NEL SETTORE DELLE FORNITURE PER L’EDILIZIA il nostro obiettivo è quello di contribuire a semplificare il processo edilizio e rendere il mondo migliore. E Schöck sa che, per riuscirci, è indispensabile scegliere le persone giuste. Per l’azienda proprio il capitale umano riveste un ruolo prioritario, e ciò si traduce nello sviluppo della gamma di prodotti incentrata sul migliorare il modo di vivere e costruire delle persone. E l’attenzione che rivolgiamo loro si riflette infine sulla loro dedizione.

IL RISPETTO PER LE PERSONE e il modo di rapportarsi ad esse contraddistingue l’azienda Schöck. Sin dall’inizio della sua attività, Schöck ha deciso di investire nell’istruzione e nella formazione professionale dei suoi collaboratori, dando loro la possibilità di crescere e apportare le proprie idee nei processi aziendali. Questa volontà è alla base delle due fondazioni senza scopo di lucro create da Eberhard e Sabine Schöck.

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Martina Riebold lavora per Schöck dal 1988 ed era la segretaria del fondatore.

Sig.ra Riebold, lei ha iniziato a lavorare per Schöck molto presto, inizialmente come assistente del Sig. Schöck. Ci racconti com’è entrata in azienda.

MARTINA RIEBOLD: Ero molto giovane quando sono entrata in azienda. Mi faccia pensare un attimo. Era il 1988, avevo completato la mia formazione professionale nel commerciale di un’azienda edile e avevo già qualche anno di esperienza lavorativa alle spalle. Avevo appena 25 anni e desideravo una svolta professionale. Dopo aver letto un annuncio sul giornale decisi di candidarmi come segretaria. Durante il colloquio di lavoro erano presenti i coniugi Schöck, il Sig. Dierichs, l’amministratore delegato dell’impresa edile, e la sua segretaria.

Quindi anche la Sig.ra Schöck ha contribuito alla sua assunzione?

MARTINA RIEBOLD: Sì, la Sig.ra Schöck dopo il colloquio mi fece battere a macchina il verbale per verificare come avrei svolto questo compito. E non feci neanche un errore. 

Quindi subentrò al posto della Sig.ra Schöck come segretaria di suo marito?

MARTINA RIEBOLD: Fino a quel momento, la Sig.ra Schöck aveva lavorato part-time come segretaria per suo marito. Per lei, assumermi fu un gran sollievo visto che, in questo modo, avrebbe avuto più tempo per occuparsi di tutti i suoi progetti.

Che progetti?

MARTINA RIEBOLD: Beh, lei aveva sempre lavorato sodo e solo per l’azienda, sin dal primo momento, mettendoci tutto il suo impegno. È stata lei, insieme a suo marito, a forgiare i valori e la filosofia aziendale. Ha sempre sostenuto suo marito anche in modo creativo con le sue innovazioni. Per esempio la forma ovale della bocca di lupo la si deve a lei. Ha anche cresciuto quattro figli e, nel tempo libero, si dedicava alla scrittura. Il suo sogno era aprire una casa editrice. Per due anni lavorai come assistente del Sig. Schöck e poi divenni anche assistente dell’amministratore delegato di Schöck Bauteile GmbH. In totale ho lavorato per Eberhard Schöck fino alla sua scomparsa.

Si può quindi dire che gli è rimasta fedele fino all’ultimo?

MARTINA RIEBOLD: Sì. All’inizio aveva 50 anni, e io poco più di venti. Ho imparato tanto sia da lui che da sua moglie. Avevano un carattere così diverso. La Sig.ra Schöck, per esempio, prediligeva un’educazione antiautoritaria, mentre suo marito era più classico, anche se non troppo autoritario. Entrambi erano intraprendenti. Devo dire che mi è sempre piaciuto lavorare per il Sig. Schöck.

Che idea aveva del Sig. Schöck all’epoca?

MARTINA RIEBOLD: A parte il fatto che era il mio capo, mostrava sempre interesse per le idee dei suoi collaboratori. Spesso faceva il giro dei capannoni, parlava con i dipendenti e chiedeva se avevano idee per migliorare i prodotti o per inventarne di nuovi. Era una persona molto empatica. Molto piacevole.

Del resto ha anche realizzato parecchie invenzioni. Ha avuto modo di assistere a questi momenti? E le invenzioni hanno sempre avuto successo?

MARTINA RIEBOLD: Ha avuto alcune idee di grande successo, ma non tutte si sono trasformate in prodotti. Mi ricordo benissimo dell’idea della Sig.ra Schöck di inventare qualcosa contro le lumache che causavano continuamente problemi nel suo giardino. Entrambi volevano costruire una sorta di recinto contro le lumache per impedire che entrassero nel giardino e lo distruggessero. Ma alla fine non se n’è fatto niente perché c’erano già tanti prodotti simili sul mercato. Il Sig. Schöck si occupava di tutto ciò che destasse la sua curiosità e aveva uno scaffale pieno di cartelle contenenti tantissime registrazioni di prodotti. Alcune riguardavano delle invenzioni che poi non si sono concretizzate o che non sono andate a buon fine. Ma è normale che una persona così creativa ogni tanto dia vita a un’invenzione che non ha successo. Io non mai inventato niente, però qualche volta mi venivano in mente delle idee e gliele raccontavo.

Ha lavorato per lui fino a due anni fa, vero?

MARTINA RIEBOLD: Il Sig. Schöck soffriva sin da piccolo di un problema ai polmoni. Per questa ragione si recava spesso in Svizzera, per curare la sua asma bronchiale. Quando si sentiva bene, era sempre attivo: organizzava workshop, creava circoli di creativi, si prendeva cura dei suoi impiegati, dava vita a concorsi in cui una giuria di esperti giudicava le invenzioni ed era alla continua ricerca di nuove idee e ispirazioni. Anche raggiunta una certa età veniva almeno per due ore al giorno in azienda, cosa che ha smesso di fare per motivi di salute solo due anni fa, all’età di 84 anni.

Com’è cambiata l’atmosfera in azienda nel corso del tempo?

MARTINA RIEBOLD: Nel 1988 l’azienda era più facile da gestire perché era molto più piccola. Gli attuali reparti all’epoca erano l’azienda edile, i componenti e le aziende specializzate in costruzioni in muratura. Gli apparecchi più moderni che avevamo erano un fax e i PC alle diverse postazioni. Ogni giorno faceva due giri in azienda e trovava anche del tempo per scambiare due chiacchiere. Si organizzavano anche dei tour in bici, dei tornei di calcio e diverse gite di gruppo a cui partecipavano i dipendenti di ogni reparto. Oggi l’azienda è molto più grande e presente in diversi Paesi e tutto ciò non è più possibile. Anche i ritmi lavorativi sono cambiati. Ormai per gli impiegati è importante avere del tempo libero da trascorrere con la propria famiglia e con gli amici. Il lavoro viene semplicemente visto con altri occhi. Ma tutto ciò ha anche dei vantaggi. Lavorare con il Sig. Schöck era sempre piacevole e noi ci capivamo molto bene perché eravamo due persone con la passione per l’edilizia.

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Rainer Binz, impiegato del team commerciale per 36 anni.

Sig. Binz, com’è cominciata la sua lunga storia in azienda?

RAINER BINZ: Avevo appena terminato il mio apprendistato presso un rivenditore di articoli in acciaio. A noi colleghi era rimasto impresso in particolare un cliente del rivenditore: Eberhard Schöck. All’epoca era ancora l’amministratore delegato di un’impresa edile regionale e acquistava i materiali per l’azienda presso cui lavorava. Il Sig. Schöck era sempre simpatico e gentile e, quindi, spiccava. Iniziò a spargersi la voce che nel 1962 aveva fondato una sua impresa edile. Nel 1967 seguì l’odierna «Schöck Bauteile». Mio cugino, Dieter Binz, lavorava da tempo lì come mastro e capocantiere, e conosceva bene il Sig. Schöck. Fu per questo che il Sig. Schöck mi venne a cercare e mi propose di andare a lavorare nella sua nuova azienda. Accettai e non me ne sono mai pentito.

Prima di quel momento non aveva molta esperienza nel campo, vero?

RAINER BINZ: Esatto, e per questa ragione il Sig. Schöck mi mandò a fare un tirocinio in diversi cantieri, da ottobre 1967 a marzo 1968, di modo da farmi vedere e imparare tutto in prima persona. Una volta rientrato, cominciai a lavorare come tuttofare per la «Schöck Betonelemente GmbH». Inizialmente il mio compito principale era quello di procacciare incarichi, visto che all’epoca, chiaramente, non avevamo nessuna richiesta. 

Ha lavorato mai a stretto contatto con il Sig. Schöck?

RAINER BINZ: All’inizio parlavamo di questioni tecniche e di calcoli. La particolarità di quelle riunioni era che il Sig. Schöck era sempre disponibile e non andava mai di fretta. Non ha mai detto: «Non ho tempo per questo». No, era gentile e si mostrava interessato. Faceva domande e ascoltava e io mi sono sempre preso appunti su tutto ciò di cui dovevo parlargli, ragion per cui eravamo sempre efficienti. Ho imparato molto da lui e, ad essere sinceri, nel corso degli anni nel corso degli anni è nato un rapporto di stima e affetto.

Il Sig. Schöck quindi era molto gentile solo per le questioni di lavoro?

RAINER BINZ: No, non solo: anche per quelle private. Ho una figlia non udente. Un giorno, il Sig. Schöck venne a cercarmi e mi disse che avremmo dovuto parlare. E mi chiese: «Ho sempre creduto che non avessimo segreti. Non è così?». «Esatto», fu la mia risposta, «e infatti non ne abbiamo. Su niente». «Eppure», ribatté, «ho sentito che ha una bambina non udente. Non me lo ha mai raccontato». E aveva ragione. Non lo avevo mai raccontato al Sig. Schöck. Era venuto a saperlo dai colleghi. Prima di questo colloquio aveva consultato un professore di Friburgo concordando che avrebbe visitato mia figlia. Mia figlia andò dal professore per farsi visitare e i costi della visita li sostenne il Sig. Schöck. Purtroppo, non poté aiutarla. Ma quest’episodio mi dimostrò la grande umanità del Sig. Schöck.

E anche in azienda si mostrava così?

RAINER BINZ: Sì. Nel 1970, per esempio, aveva introdotto un programma di partenariato in azienda. C’era un comitato che valutava annualmente i dipendenti che lavoravano in azienda da più di tre anni. In sede di valutazione si considerava se fossero affidabili o meno e se lavorassero nel rispetto dei valori dell’azienda. C’erano diversi criteri. Se la valutazione era positiva c’era la possibilità di ottenere un premio: il 30 percento dell’utile netto dell’esercizio dell’impresa Schöck veniva destinato al fondo pensione dei collaboratori con un tasso di interesse molto elevato. Questa riserva diventava poi un contributo pensionistico. Era un premio chiaramente molto ambito. A chi aveva già famiglia e/o figli e desiderava costruire casa l’utile veniva distribuito a rate e in questo modo si potevano coprire alcuni dei costi per il finanziamento della casa. Era una sorta di assicurazione di anzianità. Era stato il Sig. Schöck a creare questo programma e tutti ne eravamo soddisfatti e motivati.

Quindi lavorava molto volentieri per Schöck?

RAINER BINZ: Certamente! Per tutta la mia carriera. Mia moglie diceva sempre: tu vai in azienda e dopo tante ore di lavoro continui a fischiettare. Sì, è stato sempre così.

Ha contribuito anche lei alle invenzioni di Schöck?

RAINER BINZ: No, per nulla: Eberhard Schöck, in genere, ci lavorava da solo. Normalmente le teneva nascoste anche per un anno intero. Come l’idea della bocca di lupo del 1970, fabbricato in fibra di vetro al posto del calcestruzzo, il che rendeva l’elemento molto più leggero (avendo il 5% del peso del calcestruzzo). Era sempre alla ricerca di nuove idee. Dopo aver esposto i prodotti nelle diverse fiere di edilizia, il pubblico gli raccontava dei problemi e dei processi in cantiere e gli chiedeva di trovare una soluzione adeguata. Questo era davvero il suo mondo: desiderava migliorare la prefabbricazione degli elementi e il processo edilizio sia da un punto di vista tecnico che della qualità.

Tutte le invenzioni sono andate a buon fine?

RAINER BINZ: No, chiaramente non tutte. Ma quando si è così creativi e si ha un approccio pragmatico come il Sig. Schöck non è un problema. Mi ricordo che, una volta, per le nostre finestre dei seminterrati che imballavamo in buste per proteggerle dalla polvere ordinammo le pellicole sbagliate visto che avevamo dimenticato di considerare le tolleranze. Alla fine ci ritrovammo con montagne di pellicola inutilizzabile. Avremmo dovuto buttarle, ma al Sig. Schöck era già venuto in mente come riutilizzarle. Durante una fiera aveva conosciuto un dipendente di un’azienda che apponeva cerniere alle buste di plastica. Questo contatto gli tornò utile ed inventò una cartellina porta-progetti. che tuttavia fu impiegata prevalentemente come strumento di marketing in quanto risultava difficile posizionare il prodotto all’interno della nostra gamma. Anni dopo, smettemmo di produrla.

Qual è stata secondo lei la ragione principale del successo in tutti questi anni?

RAINER BINZ: La ragione principale è sicuramente stata la struttura del servizio esterno, il cui team, inizialmente, era costituito soltanto da 8-10 persone e non c’era nessun tecnico. Quando poi passammo dalle bocche di lupo e finestre per seminterrati a prodotti più tecnologici come l’Isokorb, allora le nostre esigenze in ambito di distribuzione cambiarono. Il Sig. Schöck all’epoca mi chiese: «Che ne pensa dei nostri prodotti? Se conosce qualcuno che potrebbe aiutarci con la distribuzione mi faccia sapere e mi faccia il suo nome». Avevamo urgentemente bisogno di un direttore della distribuzione in gamba. Io conoscevo un giovane, Manfred Kunz, che all’epoca non lavorava ancora in azienda, e che mi aveva fatto una buona impressione. Feci il suo nome al Sig. Schöck che dopo un colloquio lo assunse. Il suo primo giorno di lavoro, il Sig. Schöck era malato e quindi il Sig. Kunz dovette presentare da solo davanti al reparto i suoi rivoluzionari programmi per l’organico. È stato proprio Manfred Kunz a rivoluzionare quasi del tutto il reparto di distribuzione nel giro di un anno incentrandolo sui prodotti, facendo esploderne le vendite. L’obiettivo di allora era quello di aumentare il fatturato del 25% ogni anno, ma il suo team ottenne un aumento del 60%. L’anno dopo divenne direttore generale di Schöck e nel 1993 CEO. Questo esempio ci fa capire che da Schöck ci si sente semplicemente bene e i successi vengono premiati. La Schöck odierna, e questo devo dirlo prima di concludere, non sarebbe quello che è, né dal punto di vista tecnico né umano, senza l’operato di una persona come Eberhard Schöck.

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Gerhard Krzizok, addetto all’assemblaggio Schöck dal 1990.

Sig. Krzizok, come è approdato da Schöck?

GERHARD KRZIZOK: Ne avevo abbastanza di cantieri. Ci avevo lavorato per oltre dieci anni e cercavo una svolta professionale. Un giorno passai dalle parti di Schöck e pensai: oh, questa è un’azienda edile; forse dovrei provare a presentarmi. E così fu. Andai alla porta, bussai e chiesi se avessero un lavoro per me. Per fortuna erano in procinto di inaugurare un nuovo reparto. Il Sig. Schöck mi invitò a colloquio. Era un uomo molto alto. All’inizio mi incuteva un poco di paura, mi tremavano le gambe quando pensai a cosa mi avrebbe chiesto. Mi scrutò da capo a piedi, diede uno sguardo alla mia cartellina e disse: «Ha un ottimo bagaglio di esperienza. È in grado di leggere i progetti?». «Certamente», risposi. «È quello che ho sempre fatto in cantiere». E così, da un giorno all’altro entrai in azienda. Fu un periodo meraviglioso.

Ha mai collaborato di persona con il Sig. Schöck?

GERHARD KRZIZOK: No. Lavoravo nel nuovo reparto, che era appositamente dedicato al materiale grezzo. Eravamo responsabili dello sviluppo degli Isokorb speciali. Normalmente in questi reparti ci si occupa dell’assemblaggio del materiale grezzo. Implementavamo i progetti. Inizialmente eravamo solo in due, un apprendista ed io. Oggi, invece, siamo in otto e lavoriamo in due turni diversi. 

A parte il colloquio iniziale ha poi mai avuto a che fare con il Sig. Schöck?

GERHARD KRZIZOK: Sì, certo, ma mai direttamente. Il Sig. Schöck veniva spesso in reparto per vedere come andassero le cose. Devo dire che ho conosciuto raramente una persona così gentile. Ogni volta che visitava il reparto mi chiedeva: «Giovane, ti serve qualcosa? Posso aiutarti in qualche modo?». Erano parole rassicuranti che mi facevano capire che gli stavamo a cuore. Era come essere in famiglia. E me ne resi conto anche quando, insieme alla mia famiglia, decidemmo di acquistare un appartamento di proprietà. Chiaramente avevamo bisogno di un mutuo e, invece di chiederlo in banca, ce lo concesse il Sig. Schöck. È stato davvero incredibile. Ovviamente ho saldato tutti i miei debiti.

Ha lavorato oltre 30 anni in azienda, in produzione, per poi diventare anche membro del consiglio aziendale. Ci racconta come è andata?

GERHARD KRZIZOK: Inizialmente non avevamo nessun consiglio aziendale. Eravamo appena in 100 dipendenti. Alcuni erano già rappresentanti di fiducia, ma non io. Pian piano sempre più colleghi iniziarono a chiedermi se volevo assumermi questo compito. Quando nel 1997 si formò il consiglio aziendale, decisi di entrare a farne parte e, col tempo, venni eletto come membro permanente. 

All’epoca lavorava a contatto con il Sig. Schöck come membro del consiglio aziendale?

GERHARD KRZIZOK: Quando il Sig. Schöck vide che avevamo istituito il consiglio aziendale si mostrò sorpreso. Poi, però, non tardò ad accettarlo. Nel 1993 si ritirò dalla direzione aziendale. Anche dopo quella data, comunque, la sensazione di far parte di una famiglia non è mai cambiata. All’epoca si parlava apertamente dei problemi e di ogni altra cosa.

Ma con il Sig. Schöck non ha mai collaborato direttamente?

GERHARD KRZIZOK: No. Per due, tre anni, ho collaborato con suo figlio Robin Schöck. Credo stesse svolgendo un lavoro feriale. Era un giovane molto sveglio e interessato che capiva tutto rapidamente. È stata una bella esperienza.

Com’è cambiata l’azienda nel corso degli anni? È cresciuta molto.

GERHARD KRZIZOK: È cambiata tanto. Prima c’era un’atmosfera più intima. Il Sig. Schöck arrivava e ci diceva: «Ho bisogno di voi questo sabato: potete lavorare?». E noi, chiaramente, dicevamo di sì. Era una cosa ovvia e non c’era nessun problema. Con il processo di internazionalizzazione siamo cresciuti rapidamente. E tutto è diventato più veloce, anche il lavoro.

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Le invenzioni

Nel 1969, Eberhard Schöck, fondatore dell’azienda e ingegnere edile, mette a punto la sua prima invenzione e la fa brevettare. Fino agli anni ‘80 seguono altre invenzioni: mentre alcune di queste dettano subito nuovi canoni di riferimento nel settore edile, altre non si rivelano un successo. Forte del suo spirito d’inventiva continua a progettare nuove soluzioni al passo con i tempi.

1969
BOCCHE DI LUPO

Forte della sua esperienza nella costruzione di seminterrati con la «Schöck Bautrupp», Eberhard Schöck sviluppa la finestra Inpor S 2000 che detta subito nuovi canoni di riferimento nel settore. Insieme agli ingegneri si continua a lavorare per snellire i processi. Inizialmente il prodotto veniva offerto in quattro dimensioni standard con diverse ante, verniciate o zincate. Oltre alle soluzioni standard, Schöck introduce delle versioni personalizzabili in base alle dimensioni e agli spessori della parete.

1972
BOCCHE DI LUPO IN POLIESTERE RINFORZATO CON FIBRA DI VETRO

La fibra di vetro utilizzata da Eberhard Schöck per rinforzare le bocche di lupo in poliestere è un materiale innovativo, all’epoca noto in altri settori come l’aviazione o quello automobilistico. Il prodotto diventa la prima bocca di lupo in PVC d’Europa.

1979
ISOKORB

Durante una settimana bianca nel 1979, Eberhard Schöck scopre una grande struttura ricettiva dotata di tanti balconi non coibentati. Tali balconi, nel tempo, fanno accumulare umidità nelle pareti e comportano la formazione di muffa. Da quel momento inizia a cercare una soluzione tecnica e fisico-tecnica per risolvere questo punto debole degli edifici. Nascono così, durante queste vacanze, i primi schizzi dell’Isokorb.

1983
SCHÖCK ISOKORB

«Nel 1980 feci registrare il mio primo prodotto. Nel 1983 lanciammo il primo ISOKORB tipo M sul mercato. Durante la DEUBAU di Essen e durante la SWISSBAU di Basilea presentammo l’Isokorb. Il pubblico si dimostrò davvero interessato», queste le parole di Eberhard Schöck.

1985
TRONSOLE

Eberhard Schöck si prefigge l’obiettivo di sviluppare un elemento capace di ridurre la trasmissione del rumore da calpestio sulle scale nelle abitazioni contigue. Con l’introduzione di Tronsole nasce la soluzione per l’acustica da calpestio.

1997
COMBAR

Schöck presenta per la prima volta, alla BAU di Monaco, Combar, un elemento innovativo in fibra di vetro per le armature in calcestruzzo con delle caratteristiche del tutto speciali.

1998
RUTHERMA

Questo prodotto per l’isolamento termico delle pareti interne viene sviluppato per andare incontro alle esigenze del mercato francese. Rutherma elimina i tipici ponti termici nei raccordi tra i solai interni o i pilastri e la facciata.

2002
ISOKORB KX CON REGGISPINTA

Il reggispinta in acciaio inox, fino a questo momento utilizzato per Isokorb, viene sostituito da uno dotato di involucro in plastica e calcestruzzo a grana fine ad alta prestazione rinforzato con microfibra d’acciaio. Quest’innovazione è in grado di potenziare la prestazione isolante di Isokorb.

2003
NOVOMUR

Quale specialista dell’efficientamento energetico, con Novomour Schöck lancia un altro elemento per l’isolamento termico che viene utilizzato come prima fila di mattoni al di sopra e al di sotto del solaio dello scantinato e consente di ridurre al minimo i ponti termici nella base della muratura. L’elemento raggiunge un livello isolante di gran lunga superiore ai requisiti minimi prescritti dalla DIN 4108. Rispetto alla muratura ad elevata densità, la conducibilità termica di Novomur è più bassa ed è ridotta del 75 percento.

2004
IL PERNO SLD

Stacon, il perno ad alta resistenza sviluppato da Schöck impone nuovi canoni di riferimento in quanto a trasmissione di forze di taglio nei giunti di dilatazione.

2008
ISOKORB KXT

Sul mercato arriva un nuovo Isokorb con spessore del corpo isolante di 120 mm.

2010
COMBAR THERMOANKER

Il reparto di ricerca e sviluppo crea un ancoraggio per facciate del tutto innovativo: Combar Thermoanker, l’alternativa alle comuni soluzioni in acciaio inox (tralicci). Si tratta di una soluzione più efficiente sotto il profilo del risparmio energetico per pareti a doppia lastra e pareti prefabbricate a sandwich perfettamente isolate dall’interno.

2011
ISOKORB R

Per reagire alle sfide degli interventi sul costruito, Schöck sviluppa un nuovo elemento per l’isolamento termico di balconi a sbalzo o appoggiati da costruire su edifici già esistenti. Nasce così Isokorb R, ideale per gli interventi di ristrutturazione e per il rifacimento dei balconi.

2017
ISOKORB XT-COMBAR

Dall’integrazione del materiale in fibra di vetro Combar nell’Isokorb nasce Schöck tipo XT-Combar. Unendo le proprietà di Isokorb e di Combar si raggiunge la conducibilità termica minima di 0,7 W/mK, un’alternativa molto più efficiente rispetto all’acciaio per armatura (50-60 W/mK) o all’acciaio inox (15-17 W/mK), sotto il profilo dell’efficienza termica. Il bilancio di CO2 migliorato rende il prodotto la soluzione ideale per contribuire all’edilizia sostenibile.

2018
ISOLINK

Con Schöck Isolink tipo TA-S, Schöck lancia sul mercato un prodotto per l’ancoraggio delle facciate continue ventilate e il loro isolamento termico.

2021
SCONNEX

Nel febbraio 2021, Schöck annuncia il lancio di una nuova linea di prodotti: nel secondo trimestre del 2021 «Sconnex» debutta sul mercato. La nuova linea di prodotti riduce i ponti termici nelle pareti e nei pilastri in calcestruzzo armato nonché nella muratura. Tale riduzione dei ponti termici comporta un aumento dell’efficienza energetica degli edifici e un miglioramento del bilancio energetico. Circa il 40 percento di tutti i ponti termici di un edificio ha infatti origine nelle pareti e nei pilastri, che sono responsabili di circa il dieci percento delle perdite di energia. Con la gamma di prodotti Sconnex, Schöck ha potuto applicare la sua esperienza maturata nel settore di balconi anche nel campo delle pareti e dei pilastri, offrendo così un’ulteriore soluzione efficiente e facile da usare per l’edilizia sostenibile.

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GLI SVILUPPI

Nel corso del tempo sono cambiate tante cose. È interessante dare uno sguardo alle modifiche in seno alla società e agli sviluppi delle singole aziende. Anche Schöck non è sfuggita ai cambiamenti e alle evoluzioni trasversali, che hanno coinvolto svariati ambiti della vita quotidiana.

ERE A CONFRONTO: PASSATO E PRESENTE
1962 L’AZIENDA
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Eberhard Schöck avvia molto presto la sua attività imprenditoriale fondando Bautrupp, l’azienda specializzata nella costruzione di seminterrati. Getta così le basi per un’impresa di successo. Inizialmente c’erano cinque dipendenti, poi...

... l’azienda è cresciuta e oggi impiega 1.100 dipendenti. Una storia di successo senza eguali!

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1970 GLI UFFICI
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Dopo il trasferimento della sede a Steinbach, i dipendenti Schöck lavoravano in un ufficio più moderno e dotato di macchine da scrivere e telefoni. Si usano ancora i telefoni con il vecchio disco...

...mentre oggi i mezzi di comunicazione sono cambiati. Soprattutto durante la pandemia i dipendenti Schöck hanno iniziato a lavorare in smart working. L’ufficio di Baden-Baden è ormai dotato di postazioni di lavoro mobili e flessibili secondo lo schema dell’open space.

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1970 GLI UFFICI
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1975 L’ABBIGLIAMENTO
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Fino agli anni ‘70, c’era un unico tipo di abbigliamento da lavoro uguale per ogni settore; solo per le corporazioni erano previste delle divise particolari. Schöck decide quasi subito di dotare il personale addetto ai macchinari di una divisa speciale.

Ed è così ancora oggi. Inconfondibile è il classico blu di Schöck. Solo in fabbrica si indossa ancora la divisa da lavoro. In ufficio è possibile scegliere l’abbigliamento in cui ci si sente più a proprio agio.

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1979 LA PUBBLICITÀ
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La pubblicità personalizzata è fondamentale per Schöck. Ecco uno dei primi esempi: una foto impiegata per pubblicizzare le finestre per seminterrati con un imballaggio in polistirolo.

Nel corso degli anni, anche il marketing di Schöck è cambiato. Oggigiorno i prodotti vengono pubblicizzati in modo professionale con tanto di foto d’esempio.

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1979 LA PUBBLICITÀ
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1983 ISOKORB
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Nel 1983 viene presentato il primo Isokorb, il tipo M. All’epoca, l’Isokorb era costituito dal materiale isolante, dalle barre tese e dal reggispinta. Tutti i componenti sono stati sostituiti, nel corso del tempo, da materiali più moderni.

Il nuovo tipo di Isokorb, il modello CXT, presenta per esempio barre tese in Combar, il materiale in fibra di vetro. L’efficacia isolante è resa inoltre possibile dai 120 millimetri di Neopor. Anche il reggispinta in calcestruzzo a grana fine ad alta prestazione rinforzato con microfibra d’acciaio aumenta l’efficienza energetica del balcone.

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I nostri luoghi

»NON C’È NESSUN ALTRO POSTO AL MONDO DOVE SI VIVA MEGLIO«, con queste parole lo scrittore Otto Flake (1880-1963) descriveva la vita nella cittadina tedesca, aggiungendo «L’unico motivo di discussione riguarda la stagione migliore a Baden-Baden». Questa è solo una delle citazioni che descrivono perfettamente lo spirito di quella che la rivista Merian definisce una «Kulturstädtle», una cittadina della cultura.

BADEN-BADEN, un tempo luogo rinomato tra gli esponenti della nobiltà e dell’alta borghesia, non ha perso il suo fascino nel corso degli anni. Tra i luoghi degni di nota rientra ad esempio la Lichtentaler Allee, uno splendido viale alberato. Anche per la famiglia di Eberhard Schöck e per i suoi dipendenti la città era il posto ideale per stabilirsi.

VISITA DELLO STABILIMENTO SCHÖCK – Una volta iniziata la sua espansione, l’azienda sceglie Baden-Baden come sede principale. Lo stabilimento diventa una vera attrazione per i visitatori. Negli anni ‘70 vengono organizzate le prime visite guidate, dedicate agli studenti. Lo stabilimento, a metà degli anni ‘80, accoglie persino una delegazione del Sudafrica in visita. Dalla fine degli anni ‘90 l’azienda offre ai suoi clienti un programma di visite dello stabilimento della durata di uno o due giorni.

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Visita allo stabilimento Schöck

Con una superficie di 15.836 ettari, la regione vitivinicola di Baden è la terza per estensione e la più meridionale della Germania. Nel 2020 ha conseguito un fatturato di circa 39 milioni di euro, registrando un aumento del 5,8 percento rispetto all’anno precedente.

BADEN-BADEN, un tempo luogo rinomato tra gli esponenti della nobiltà e dell’alta borghesia, non ha perso il suo fascino nel corso degli anni. Tra i luoghi degni di nota rientra ad esempio la Lichtentaler Allee, uno splendido viale alberato. Anche per la famiglia di Eberhard Schöck e per i suoi dipendenti la città era il posto ideale per stabilirsi.

Oltre al cuore della città, al centro storico e quello termale, Baden-Baden si compone di diversi quartieri e frazioni. Tra questi va menzionata la frazione BADEN-BADENER REBLAND nata nel 1972, che comprende i comuni Steinbach, Varnhalt e Neuweier, dove risiede circa il dieci percento degli abitanti. Ed è questo il luogo in cui inizia la storia di Schöck.

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Il futuro

Schöck è un’azienda profondamente radicata nel mondo dell’edilizia e fortemente orientata al futuro. Ecco cosa pensano di noi i nostri clienti e collaboratori.

Ángela García de Paredes
Paredespedrosa Arquitectos, Madrid

Schöck è un punto di riferimento per noi architetti: i suoi prodotti, tutti di altissima qualità, offrono infatti una soluzione a diversi problemi tecnici, di isolamento e assorbimento. Per un’azienda quale Schöck sarebbe molto interessante offrire prodotti per il comfort acustico destinati soprattutto a edifici pubblici come biblioteche e istituti di formazione. Mi auguro che Schöck continui ad investire nelle attività di ricerca legate ai prodotti, dando un forte contributo alla sostenibilità e all’isolamento degli edifici di modo da aumentare la nostra qualità di vita.

Gli schizzi di Joey Dittmar, giovane dirigente di Schöck e responsabile dello sviluppo, raffigurano le idee dell’azienda riguardanti il mondo lavorativo, i temi principali e i possibili prodotti di Schöck in futuro..

INNOVAZIONE

Lo spirito pionieristico e la capacità di imporre continuamente nuovi standard nel settore edile sono ormai caratteristiche uniche di Schöck. Proprio tale consapevolezza ha spinto alcuni architetti e progettisti a rivolgersi al nostro ufficio tecnico chiedendo: «Avete qualche idea per isolare i pilastri in un modo completamente diverso e più elegante rispetto al classico strato isolante sui fianchi dell’edificio?». E Schöck ha trovato una risposta: SCONNEX

Sconnex

La nuova generazione di Sconnex offre sicurezza in caso di terremoti ed è ideale per gli interventi sul costruito. Il nostro elemento è persino già stato impiegato per la ristrutturazione di un monumento.

Isokorb IQlick 9.0

Il primo Isokorb magnetico per un processo edilizio perfezionato. Le caratteristiche del prodotto, protette da licenza, vengono attivate mediante un chip. Il materiale isolante, costituito da materie prime rinnovabili, è ignifugo.

Isokorb IQlick 9.0

Il primo Isokorb magnetico per un processo edilizio perfezionato. Le caratteristiche del prodotto, protette da licenza, vengono attivate mediante un chip. Il materiale isolante, costituito da materie prime rinnovabili, è ignifugo.

DIGITALIZZAZIONE

Nel corso del processo di digitalizzazione, nel 2021 Schöck ha avviato una cooperazione strategica con lo specialista di software generic.de, di cui Schöck ha acquistato il 21,5 percento. Grazie a questa sinergia le due aziende hanno unito le proprie forze. Nel 2022, dalla cooperazione con Robotic Eyes GmbH è nata la nuova azienda beamionic, che con il suo prodotto «chekker» offre un sistema di assistenza digitale unico nel suo genere per gli stabilimenti di prefabbricazione.

SPAZIO VIRTUALE COLLETTIVO

L’edificio M viene attualmente utilizzato solo per l’allevamento delle api e non più come stabilimento industriale. La produzione, per motivi di sicurezza, viene controllata mediante VR (Virtual Reality).

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PROSPETTIVE FUTURE

Con Mike Bucher, Schöck ha scelto un CEO visionario. Ecco come immagina il futuro dell’azienda: «Stiamo lavorando con il massimo rigore alla nostra strategia 2025 e quindi al nostro futuro immediato. Ciononostante, la nostra visione resta quella di definire oggi l’edilizia del domani e pertanto anche il futuro lontano ha enorme rilevanza. Questi principi sono alla base delle nostre decisioni aziendali ed è così che intendiamo prepararci per il 2062».

IL MATERIALE DEL FUTURO

Il calcestruzzo ad altissime prestazioni di Schöck è salito ancora di livello. Schöck ha iniziato a rifornire l’industria aerospaziale con elementi complessi dalle forme libere, reagendo alla crescente domanda del turismo spaziale. Tra i prodotti più richiesti rientrano anche degli elementi prefabbricati dall’architettura molto complessa e dotati di elevate capacità di carico.

PROSPETTIVE FUTURE

Con Mike Bucher, Schöck ha scelto un CEO visionario. Ecco come immagina il futuro dell’azienda: «Stiamo lavorando con il massimo rigore alla nostra strategia 2025 e quindi al nostro futuro immediato. Ciononostante, la nostra visione resta quella di definire oggi l’edilizia del domani e pertanto anche il futuro lontano ha enorme rilevanza. Questi principi sono alla base delle nostre decisioni aziendali ed è così che intendiamo prepararci per il 2062».

IL MATERIALE DEL FUTURO

Il calcestruzzo ad altissime prestazioni di Schöck è salito ancora di livello. Schöck ha iniziato a rifornire l’industria aerospaziale con elementi complessi dalle forme libere, reagendo alla crescente domanda del turismo spaziale. Tra i prodotti più richiesti rientrano anche degli elementi prefabbricati dall’architettura molto complessa e dotati di elevate capacità di carico.

Selina Büchel
Apprendista presso Schöck Bauteile GmbH

Mi immagino il 100° anniversario di Schöck e vedo un’azienda attiva su scala globale e posizionata su altri mercati strategici. L’obiettivo della neutralità climatica è stato raggiunto e i nostri prodotti vengono fabbricati con materie prime rinnovabili. La gamma di prodotti è stata ampliata e comprende altre soluzioni digitali sempre incentrate su sostenibilità e innovazione. Anche il fatturato annuo è cresciuto fortemente. L’azienda ha molti più impiegati di oggi. Uomo e macchina vivono l’uno accanto all’altro e affrontano insieme le sfide del futuro. I valori e la filosofia aziendale sono rimasti invariati. Si continua a sostenere diversi progetti sociali incentrati sull’istruzione e le persone rivestono come in passato un ruolo centrale.

»Mai rimanere attaccati al passato. Per avere successo è necessario sviluppare cose completamente nuove o migliorare quelle esistenti.«

In memoriam di Eberhard Schöck